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sabato 16 novembre 2013

#00 Sopravvivere nelle terre perdute

Non vivere, sopravvivere. Ho perso il conto di quante volte ho dovuto lasciare quelle che per me era diventata una casa e quante fottutissime volte ho perso chi era diventato la mia famiglia, chi mi aveva dato una speranza, una piccola illusione che mi faceva pensare che forse qualcosa si poteva ancora costruire. Perché per vivere o meglio sopravvivere qui nelle terre perdute devi continuamente ricominciare tutto da capo. Perché magari trovi un posto relativamente sicuro, una casa, un piccolo villaggio con un pozzo o magari una sorgente vicina. Se sei bravo e fortunato trovi anche il modo di procurarti un po' di cibo con regolarità e con metodo e organizzazione riesci a difenderti i morti. Poi arriva un giorno, perché quel giorno arriva sempre cazzo sempre in cui non ce la fai, in cui sono troppi o ti prendono alla sprovvista e devi scappare e magari devi scegliere di lasciarti alle spalle gli amici, sai che se aspetterai un attimo di troppo le persone anzi, quelle che erano le persone che fino ad un minuto fa condividevano la vita con te saranno un altro morto il cui unico scopo è quello di mangiarti. Perché qui nelle terre perdute devi sempre scegliere tra te e qualcun altro, non c'è spazio per i buoni sentimenti. Non è posto di eroi questo.  

Troppi ne ho visti morire per tentare di salvare qualcuno che ormai non aveva più speranza, troppi. Poveri stupidi, ora non sono altro che morti che barcollano alla ricerca di qualcuno, di un vivo per cercare di placare la loro fottutissima eterna fame. Se penso che prima di diventare dei mangiatori di uomini questi implacabili cacciatori erano persone, uomini e donne con famiglie, sogni, desideri e amori impazzisco!!!Ma forse i morti non sono la cosa peggiore, perché se c'è una cosa che ho imparato in questi fottutissimi lunghi anni qui nelle terre perdute è i morti hanno tirato fuori dall'uomo il peggio. Quante cose ho visto, quanti uomini ho visto fare cose indescrivibili in nome della sopravvivenza. Nessuna pietà per i più deboli, i più buoni, quelli che dentro di loro portano ancora l'idea, quella stupida idea che si può vivere anzi sopravvivere senza fare cose di cui vergognarsi, senza infrangere la propria coscienza. Qui per sopravvivere devi dimenticarti di averla una coscienza. E lo devi fare in fretta.

E così mi ritrovo nuovamente in viaggio con quelle poche cose che ho, con quelle che sono riuscito a prendere. In viaggio come quei pazzi di mercanti che scelgono di viaggiare in cerca di comunità, di scambi. O come quei folli dei rom, Dio solo sa come facciano a combattere i morti con tanta determinazione, chissà quali segreti, quali conoscenze abbiano! Ma io non ho scelto di muovermi, per l'ennesima volta ho perso tutto, tutto. 

Quando ho sentito il rumore degli spari ho subito capito che per noi era troppo tardi, non eravamo abbastanza organizzati per difenderci, non così. Così ho fatto l'unica cosa che potevo fare, che dovevo fare: ho preso quello che sono riuscito a raccattare e, mentre sentivo le urla dei miei amici che cadevano sotto colpi degli sciacalli, sono scappato.

Non è un posto di eroi questo, gli eroi vanno tutti ad accrescere le file dei morti, li troverete tutti li gli eroi.

Marcel





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